IL VERO CENTRO DI MILANO
Continuiamo il racconto di piazza San Sepolcro, il vero ombelico di Milano. In particolare riprendiamo la narrazione dell’Ambrosiana, di cui avevamo parlato come prima biblioteca pubblica d’Italia.
Ma il cardinale Federico Borromeo, ideatore e sponsor del progetto, voleva ospitare in questa culla del sapere ogni tesoro di bellezza che avrebbe potuto essere d’aiuto ai giovani per apprendere, non solo la letteratura, ma anche la pittura, la scultura e l’architettura. Fu così che dopo pochi anni dalla fondazione della biblioteca, nel 1618 venne creato il primo nucleo della Pinacoteca Ambrosiana che oggi raccoglie una straordinaria collezione di opere assolutamente impossibile da raccontare.
Ne citerò solo tre. Una molto piccola, la celeberrima Canestra di frutta, capolavoro giovanile del Caravaggio, primo esempio nella pittura italiana di “natura morta” senza figure. Una di medie dimensioni, il Ritratto di musico, l’unico dipinto su tavola di Leonardo rimasto a Milano ed infine il cartone per affreschi più bello e più grande che sia sopravvissuto al Rinascimento, La Scuola di Atene di Raffaello affrescata nei Musei Vaticani. Il cartone, che misura 2,85 metri per 804 centimetri, è interamente realizzato da Raffaello e solo recentemente è tornato visibile al pubblico dopo un importante lavoro di restauro durato quattro anni. E lo si può studiare e godere in un’impattante e coinvolgente sala espositiva ridisegnata su progetto dello Studio Boeri. Per il resto mi limito a citare Botticelli, Bramantino, Bergognone, Bernardino Luini, Tiziano Brueghel, Hayez, ma ce ne sono anche tantissimi altri.
Per la serie curiosità, nel corso della visita ci si imbatte persino in un cofanetto che contiene un ricciolo dei capelli di Lucrezia Borgia. Che pare facciano ancora il loro effetto visto che nel 1816 Lord Byron ci si soffermò davanti sognante e li descrisse come “i più biondi che si possano immaginare”.
Purtroppo l’Ambrosiana è molto più conosciuta all’estero che in Italia, tanto che il numero di visitatori stranieri surclassa ampiamente quello degli italiani. Anche Obama, in occasione della sua unica visita a Milano, chiese espressamente di trascorrere un intero pomeriggio nelle sue sale, e forse sarebbe ora che almeno i milanesi riscoprissero questo grandioso patrimonio culturale.
Ma torniamo alla nostra piazza. Proprio di fronte alla chiesa e all’Ambrosiana, possiamo soffermarci ad ammirare un antico palazzo, la Casa dei Castani. Dell’originaria struttura Quattrocentesca rimane traccia solo nell’elegante portale in pietra d’Angera e nel bel cortile con portico e loggia, mentre la facciata è sei/settecentesca.
Ma il palazzo ha una precisa valenza storica perché fu qui che il 23 marzo 1919, nella sede del Circolo dell’Alleanza Nazionale, furono fondati i Fasci italiani di Combattimento. Alla riunione per la fondazione dell’Antipartito parteciparono circa 300 persone tra i quali Italo Balbo, Filippo Tommaseo, Manlio Morgagni e, ovviamente, Benito Mussolini. I partecipanti a questa prima riunione saranno poi detti “sansepolcristi” e a loro Marinetti dedicherà anche un’elegia intitolata appunto “Poema dei sansepolcristi”.
Negli anni ’30 il palazzo venne affiancato sulla sinistra da una grandiosa torre littorea con tanto di balconcino da cui poter arringare la folla e destinata a celebrare il movimento fascista che propria qui aveva visto la luce. Ne fu autore Piero Portaluppi, una delle archistar del tempo, autore di una serie infinita di interventi nella città, dal Planetario alla Casa degli Atellani tanto per citarne un paio.
Comunque val la pena di aggirare il palazzo per ammirare, sul retro, l’ingresso dove svetta un’opera titanica realizzata nel 1939 da Lucio Fontana, un bassorilievo in gesso denominato “Volo di Vittorie” che raffigura cinque figure femminili in volo a simboleggiare la vittoria del fascismo. Per realizzarlo Fontana aveva persino affittato un capannone dalle parti della Fiera Campionaria per studiare dal vivo il volo delle figure femminili e l’effetto dei panneggi in movimento. Oggi i due edifici ospitano distaccamenti rispettivamente della Polizia di Stato e dei Carabinieri.
Ma non potevamo terminare il nostro giro di piazza San Sepolcro senza una curiosità. Uno dei misteri di Milano è la “grata impossibile”, una piccola finestrella ovale sul lato destro del portale dell’antico Palazzo Castani chiusa da una doppia grata di ferro. La cosa insolita e misteriosa è che la grata non presenta anelli per le sbarre né segni di saldature, come se fosse stata costruita in un pezzo unico. Un lavoro pazzesco.
Ancor oggi, nonostante siano state effettuate numerose ricerche, si ignora quando e come sia stata fatta, e soprattutto perché una finestrella tanto piccola necessitasse di una grata addirittura doppia e di tale robustezza. Ogni fantasia è lecita.
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