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Immagine del redattoreLaura Invernizzi

The Bletchley Circle

Come capita spesso da queste parti lo spunto per le puntate mi arriva da quanto accade nel mondo (e non solo legato all’uscita di una nuova serie TV).

Questa volta ben due articoli pubblicati ad aprile e che trattano - anche se in modo diverso – di Bletchley Park.


Il primo riguarda la messa in vendita di una edificio (Blocco G) per una cifra compresa tra i 4 e i 6 milioni di sterline (ma non si potranno realizzare abitazioni).

Il secondo articolo invece parla della scoperta di un filmato d’epoca di circa 11 minuti che ritrae quanti lavoravano lì durante le pause….ma perché è così importante?


Bletchley Park – 75 km da Londra - era un luogo strategico e segreto (Station X era anche chiamato) perché qui – durante la seconda Guerra Mondiale - aveva sede l’unità principale di Criptoanalisi del Regno Unito con relativa scuola.

Tra i più brillanti criptoanalisti presenti lì, Alan Turing, considerato uno dei padri dell’informatica e no dei più grandi matematici del 20^ secolo, protagonista del film del 2014 The Imitation Game.

Cosa avveniva a Bletchley Park in cui operavano nel gennaio 45 circa 9000 impiegati (ma si è arrivati anche a 12000 per 75/80% donne)? Si decifravano i messaggi scambiati da diplomatici e militare delle potenze dell’Asse, in particolare i codici nazisti sono stati ottenuti con la macchina Enigma.

Un esemplare è presente anche a Milano al Museo della Scienza e della Tecnica, c’è stata anche una mostra dedicata a Turing qualche anno fa. Ora non sono certa sia ancora esposta - ma cercando tra il catalogo online del museo si trova la scheda e la foto.


E dopo questa introduzione - doverosa - passo a parlare della serie TV (anche se in verità sono due) che porta il nome di questo luogo: The Bletchley Circle.

Si tratta di una miniserie di ITV – inedita in Italia – andata in onda nel 2012 e 2014 (2 stagioni per un totale di 7 puntate)

I fatti narrati non riguardano il periodi di attività di Bletchley Park, ma quello successivo (intorno al 1952) e vede protagoniste 4 donne che dopo aver lavorato per il Governo ora conducono una vita normale…nessuno conosce infatti il loro passato (come del resto è avvenuto nella realtà):

Susan (interpretata da Anne Maxwell Martin – Becoming Jane e The Frankenstein Chronicles) è casalinga, madre di due figli ha la capacità di vedere legami tra i fatti apparentemente diversi e tenendo d’occhio i fatti di cronaca nera capisce che alcuni omicidi hanno comune denominatore e lo stesso assassino.

La polizia non le crede e lei prosegue le sue indagini con alcune sue amiche ed ex colleghe

Millie, la matematica, la più indipendente, vita da bohemienne e qualche traffico al limite del legale

Lucy, la più giovane del gruppo, sposata ad un uomo violento, è dotata di una memoria fotografica e Jean, supervisore a Bletchley Park, ora bibliotecaria, l’unica rimasta nell’ambito governativo dopo la guerra ed è quella che procura le informazioni.

La prima stagione Cracking a Killer's Code vede le 4 donne coinvolte nelle indagini parallele per scoprire un serial killer, nella seconda ci sono due nuovi casi: un’ex collega di Bletchley Park che si dichiara colpevole di di un omicidio, ma sempre Susan crede ci sia una verità diversa e quindi il finto club letterario formato con le 3 amiche torna ad indagare, mentre il secondo vede protagonista Millie che come dicevo prima ha attività al limite del legale (in questo caso mercato nero) e viene rapita.


Da questa miniserie targata ITV è stato realizzato uno spin off – forse lo avete già notato nel catalogo Netflixambientato a San Francisco e vede due delle protagoniste originali Jean e Millie andare in California per cercare di risolvere un vecchio caso di omicidio di un’amica avvenuto diversi anni prima ma che mostra caratteristiche simili a due casi avvenuti appunto a San Francisco.

Qui entrano in contatto con Iris, moglie di un militare, jazzista ma soprattutto brillante matematica con cui Jean durante la guerra collaborava a distanza e Hailey, giovane criptografa.

La serie conta – almeno per ora – di una sola stagioni di 8 puntate ed è disponibile su Netflix dal settembre scorso.


Mi auguro che la piattaforma acquisti i diritti per la messa in onda anche della serie originale (anche se negli Stati Uniti era stata trasmessa da PBS), così da avere il quadro completo (una produzione interessante su un aspetto storico poco conosciuto che ha riscosso recensioni positive, a differenza dello spin off che ha riscosso tiepidi consensi).

Per ora ci dobbiamo accontentare e cercarla online o acquistarne il dvd.



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